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26 febbraio 2012

Una fede che salva | 26 Febbraio 2012 |

Quanto devo essere vicino a Gesù perché la sua potenza tocchi la mia vita? Cosa guarda Lui in me? E cos'è che mi salverà: l'averlo toccato, o aver avuto fiducia in lui?
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Oggi vorrei raccontarvi una storia; la storia di una donna di nome "Smadar" (che significa "colei che sboccia", nella sua lingua), vissuta tanti anni fa in un paese che noi definiremmo attualmente del "terzo mondo."
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"Smadar viveva in un piccolo villaggio di un di un piccolo paese del terzo mondo. Aveva circa 30 anni, il che ne faceva una donna matura per il suo paese, visto che la vita media delle donne era di circa 40.
Si era sposata quando ne aveva 14 anni, ed aveva dato alla luce tre figli... prima di ammalarsi.
Una notte si era svegliata di soprassalto; le girava la testa, aveva voglia di vomitare, e si sentiva tanto debole. Alon, suo marito, sentendola lamentarsi si era alzato, andando ad accendere la lampada ad olio per illuminare la stanza. Una volta accesa, Smadar vide che il letto dove era distesa era intriso di sangue... del suo sangue.
Fu quello l'inizio del suo lungo calvario.
Nel paese dove viveva, la sua non era una semplice, seppur grave malattia, ma era soprattutto un marchio d'infamia. Impresso a fuoco sulla sua fronte.
Significava, da quel momento in poi essere additata come "l'impura", la segnata da Dio, quella da tenere lontano.
Nel giro di qualche mese, la vita di Smadar cambiò in maniera totale: Alon la ripudiò come moglie, costringendola ad abbandonare la casa dove aveva vissuto fino ad allora, e tenendo con se i figli. Solo la pietà dei suoi familiari, che la rivollero in casa, le permise di non finire lungo le strade.
La gente prese ad evitarla quando usciva nel villaggio, fin quando ella decise di non uscire più.
Persino le amiche di un tempo, quelle con cui si erano confidati segreti e sogni, scomparvero.
Ora Smadar era veramente sola. Sola, ma non rassegnata. Anche se non avrebbe mai potuto riavere indietro la sua vita passata, SE fosse guarita, avrebbe comunque potuto avere una NUOVA vita, differente dalla prima e, chissà, essere riaccettata da Alon, poter tornare ad abbracciare i propri figli...
Aveva qualche risparmio, accumulato con fatica, e con quei soldi andò dal miglior medico che quella piccola somma poteva consentire.
A quel tempo e in quel paese, la medicina era più o meno stregoneria condita da assurdi e dolorosissimi rimedi che invece di migliorare la situazione sovente la peggioravano.
Smadar; ora aveva trenta anni. La sua giovinezza era sfiorita, persa nei dodici anni in cui aveva lottato passando di medico in medico, subendo le cure più strane, privandosi di ogni suo bene, pur di guarire. Il male non l'aveva abbandonata, ed il suo corpo, sfinito, ne mostrava i segni evidenti.
Più di una volta si era chiesta: "Sinceramente, che senso ha ormai lottare? Che senso ha quando, la mia vita potrà durare ancora qualche anno?"
Quanti avrebbero disperato, in una situazione del genere? Quanti si sarebbero finalmente seduti in un cantuccio ad aspettare la fine, augurandosi che giungesse il prima possibile?
Ma Smadar era diversa da tutti gli altri; mentre gli altri andavano al tempio ad offrire sacrifici a un Dio che non conoscevano, per una questione di tradizione familiare, lei ci credeva davvero! Lei parlava col suo Dio vero, lo implorava di aiutarla... e attendeva.
E aveva pianto tutte le sue lacrime quando un giorno un sacerdote l'aveva attesa ai piedi della scalinata del tempio per scacciarla poiché era una donna impura.
Ma Smadar credeva in Dio... e confidava in Lui.
Le giunse notizia che, in un villaggio vicino, era giunto un uomo il quale aveva già guarito migliaia di persone da qualsiasi malattia avessero. E quello che c'era di ancor più sorprendente, è che non chiedeva nulla in cambio; né soldi, né cose... anzi, chi lo aveva incontrato anche solo una volta era stato così tanto arricchito da quell'incontro, che la sua vita era cambiata per sempre. E raccontavano anche che non era a motivo della guarigione che le vite erano cambiate, ma per come egli parlasse di Dio e dei Cieli.
Smadar ascoltò ogni singola voce che parlava dell'uomo dei miracoli.
C'era un tale che era stato guarito ed a cui l'uomo aveva detto di raccontare quello che aveva ricevuto, e da quel momento aveva preso a girare per tutti i villaggi raccontando come e in nome di chi era stato guarito.
Smadar volle parlare anche con lui; ascoltò le parole dell'uomo che era stato guarito... gratis... nel nome del Signore, e decise di andare alla ricerca colui che guariva con la potenza del suo Dio....
Con le ultime forse rimaste, uscì nel sole e s'incamminò verso il villaggio, con la certezza nel cuore che, se fosse riuscita solo a sfiorare l'ombra di quell'uomo, la sua vita sarebbe cambiata per sempre..
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Il racconto potrebbe finire qui, lasciando a ciascuno di noi immaginare il finale che meglio si addice alla propria sensibilità.
Ma se non posso essere sicuro che la storia che vi ho narrato sia vera, posso affermare con assoluta certezza che Smadar incontrò quell'uomo... e che la sua vita, così come ella aveva sognato, fu cambiata per sempre da quell'incontro, la cui cronaca è stata scritta per noi, duemila anni fa, anno più anno meno.
 
 "Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni -  molto aveva sofferto da molti medici, e aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata - avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: "Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva".  In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia. Subito Gesù, conscio della potenza che era emanata da lui, voltatosi indietro verso quella folla, disse: "Chi mi ha toccato le vesti?"  I suoi discepoli gli dissero: "Tu vedi come la folla ti si stringe attorno e dici: "Chi mi ha toccato?""  Ed egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto questo. Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità.  Ma Gesù le disse: "Figliola, la tua fede ti ha salvata; va' in pace e sii guarita dal tuo male". Marco 5:25-34

Gran parte delle storie che incontriamo nella Bibbia, e soprattutto nei Vangeli, contengono informazioni per ciascuno di noi su due livelli:

1. Io = come si applica questo passo alla mia vita?
2. Dio = cosa mi insegna questo passo del carattere di Dio?

Ed anche questo racconto non sfugge a questa logica.

1. Io

La prima frase che mi colpisce in questo brano è "avendo udito parlare di Gesù" (v. 27)
Ognuno di noi è oggi qui perché un giorno "avendo udito parlare di Gesù"... è uscito , al pari di Smadar, sotto il sole, nonostante i mali, nonostante le umiliazioni e la povertà del passato, per andare ad incontrarlo.

L'altra frase che mi colpisce è "se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò salva".(v. 28)
C'è la natura umana che parla in questo versetto; ora so la potenza di Gesù, ora so, che basta il tocco della sua veste per essere salvo... ma ho paura di non riuscire ad arrivare abbastanza vicino... ho paura che lui mi rimanga troppo distante... ho paura di non essere degno di comparire al suo cospetto. Mi basta toccare la sua tunica.

Dove sei tu oggi? Dove va la tua vita? Sei nella gioa, come Smadar per i primi diciotto anni della sua vita, oppure sei nella disperazione e nella malattia, come lei era per dodici anni?
Sei in un angolo a piangerti addosso, e attendi che tutto sia finito, o come Smadar sei li che lotti ogni giorno, parlando a un Dio che sembra apparentemente distante, ma in cui credi?
Sei seduto per terra, in un angolo buio della tua stanza, o sei in piedi nel sole, come Smadar, per andare a sfiorare la tunica di che ti può salvare?

C'è una buona notizia per Smadar, in questo brano, come pure per te e per me!

2. Dio
A Gesù non basta che una sua figlia gli tocchi solo la tunica. Vuole che quella figlia veda il suo volto, che oda la sua voce, che possa ricevere il suo abbraccio per tenerla stretta a se.
"Chi mi ha toccato le vesti?" (V. 30) il buon Pietro (vedi Luca 8:45) risponde in maniera logica: "Gesù, co' tutta ' sta folla che spigne, me chiedi chi te tocca?"
Ma, ancora una volta, Gesù non cerca risposte "logiche" ma risposte di fede: la domanda era incompleta: "Chi è colei che mi ha toccato che crede che io possa guarirla?"
Non basta credere nella potenza di Gesù (anche Satana crede alla Sua potenza), ma bisogna credere che quella potenza PUO' trasformare la mia vita.
Gesù è potente, ma non può trasformare la tua vita se tu non lo vuoi, se tu non lo accetti e non sottometti TUTTO di te a Lui; dal più insignificante attimo della tua giornata alle preoccupazioni e ai dolori più grandi.
V 32"Ed egli guardava attorno per vedere colei che l'aveva toccata".
Gesù è alla tua ricerca, e non si stancherà mai di cercarti.
V 33"" Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità.
Quand'è l''ultima volta che hai detto "tutta la verità" a Gesù? Che gli hai confessato le tue paure, le tue ansie, le tue gioie?
Quand'è l'ultima volta che lo hai fatto partecipe VERAMENTE della tua vita, che non lo hai escluso dalle stanze buie dove non vuoi che lui entri, che ancora forse conservi e a cui sei tanto affezionato?
Fai come la donna; gettati ai suoi piedi, e digli tutta la verità.
Guarda la risposta di Gesù; V. 34 "Figliola, la tua fede ti ha salvata; và in pace e sii guarita dal tuo male."
Gesù non ti sgriderà mai per le tue paure, ma brama quell'attimo dove tu sei veramente tu; dove tu riesci FINALMENTE a capire che senza di lui non ce la puoi fare, che lui è in controllo, e non tu, della tua vita.

"La tua fede ti ha salvata": l'esigenza primaria della tua vita NON è in sperare questa vita, ma salvare la prossima, ottenere quel lasciapassare che ti permetterà di sedere assieme a Gesù per l'eternità.
Gesù è interessato a dartelo, MUORE per darti quel lasciapassare; è per quello che è venuto.
La sua potenza può guarirti anche qua, può curare i tuo mali, fisici di relazione, di sicurezza per il futuro, così come ha fatto con la donna: "sii guarita dal tuo male".

Pregalo, se hai bisogno di un suo intervento, ma consideralo come un "bonus", un extra che solo a lui spetta di elargire., così come a Paolo fu risposto: 2 Cor 12:9 ed egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza". Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.

Il dono più grande, quello che nessuno potrà mai toglierti, se hai fede in LUI, già ti appartiene!
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19 febbraio 2012

Dio sta descrivendo anche me? | 19 Febbraio 2012 |

Sto sperimentando una vita piena nelloSpirito? Sto sperimentando una nuova unità nella mano di Dio?Ho un rapporto con Dio? Ho la protezione del Dio vivente? Leggendo i capitoli 38 e 39 di Ezechiele Dio promette da un lato giudizio per ghi lo rigetta dall'altro benedizioni per chi lo segue. La domanda che Michele Carlson si pone leggendo questu capitoli affascinanti ma complicati della Parola di Dio è: "Dio sta descrivendo anche me?" La risposta a cui giunge è: "Si". Questi capitoli hanno tutto a che fare con la vita di chi crede in Cristo. E posso darci un aiuto fondamentale per capire che:
  • noi saremo vittoriosi, perché abbiamo un Dio vittorioso;
  • Dio è capace di proteggermi nella battaglia;
  • la mia arma è la preghiera.
Ma tutto questo ha un'unica condizione: devo far parte dell'esercito "giusto": l'esercito di Dio.
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 “Il mio servo Davide sarà re sopra loro, ed essi avranno tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi, e le metteranno in pratica; e abiteranno nel paese che io detti al mio servo Giacobbe, e dove abitarono i vostri padri; vi abiteranno essi, i loro figliuoli e i figliuoli dei loro figliuoli in perpetuo; e il mio servo Davide sarà loro principe in perpetuo. E io fermerò con loro un patto di pace: sarà un patto perpetuo con loro; li stabilirò fermamente, li moltiplicherò, e metterò il mio santuario in mezzo a loro per sempre; la mia dimora sarà presso di loro, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. E le nazioni conosceranno che io sono l’Eterno che santifico Israele, quando il mio santuario sarà per sempre in mezzo ad essi.” Ezechiele 37:24-28

“E la parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: “Figliuol d’uomo, volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mescec e di Tubal, e profetizza contro di lui, e di’: Così parla il Signore, l’Eterno: Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mescec e di Tubal! Io ti menerò via, ti metterò degli uncini nelle mascelle e ti trarrò fuori, te e tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri, tutti quanti vestiti pomposamente, gran moltitudine con targhe e scudi, tutti maneggianti la spada; e con loro Persiani, Etiopi e gente di Put, tutti con scudi ed elmi. Gomer e tutte le sue schiere, la casa di Togarma dell’estremità del settentrione e tutte le sue schiere, de’ popoli numerosi saranno con te.” Ezechiele 38:1-6


“In quel giorno, nel giorno che Gog verrà contro la terra d’Israele, dice il Signore, l’Eterno, il mio furore mi monterà nelle narici; e nella mia gelosia, e nel fuoco della mia ira, io te lo dico, certo, in quel giorno, vi sarà un gran commovimento nel paese d’Israele: i pesci del mare, gli uccelli del cielo, le bestie de’ campi, tutti i rettili che strisciano sul suolo e tutti gli uomini che sono sulla faccia della terra, tremeranno alla mia presenza; i monti saranno rovesciati, le balze crolleranno, e tutte le mura cadranno al suolo. Io chiamerò contro di lui la spada su tutti i miei monti, dice il Signore, l’Eterno; la spada d’ognuno si volgerà contro il suo fratello. E verrò in giudizio contro di lui, con la peste e col sangue; e farò piovere torrenti di pioggia e grandine, e fuoco e zolfo su lui, sulle sue schiere e sui popoli numerosi che saranno con lui. Così mi magnificherò e mi santificherò e mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni, ed esse sapranno che io sono l’Eterno.” Ezechiele 38:18-23

“Perciò, così parla il Signore, l’Eterno: Ora io farò tornare Giacobbe dalla cattività, e avrò pietà di tutta la casa d’Israele, e sarò geloso del mio santo nome. Ed essi avran finito di portare il loro obbrobrio e la pena di tutte le infedeltà che hanno commesse contro di me, quando dimoreranno al sicuro nel loro paese, e non vi sarà più alcun che li spaventi; quando li ricondurrò di fra i popoli e li raccoglierò dai paesi de’ loro nemici, e mi santificherò in loro in presenza di molte nazioni; ed essi conosceranno che io sono l’Eterno, il loro Dio, quando, dopo averli fatti andare in cattività fra le nazioni, li avrò raccolti nel loro paese; e non lascerò più là più alcuno d’essi; e non nasconderò più loro la mia faccia, perché avrò sparso il mio spirito sulla casa d’Israele, dice il Signore, l’Eterno”.” Ezechiele 39:25-29

“E quando i mille anni saranno compiti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro canti della terra, Gog e Magog, per adunarle per la battaglia: il loro numero è come la rena del mare. E salirono sulla distesa della terra e attorniarono il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese del fuoco e le divorò. E il diavolo che le avea sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.” Apocalisse 20:7-10
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12 febbraio 2012

Come affrontare un'altra tempesta sul mare assieme a Gesù | 12 Febbraio 2012 |

Cosa posso fare quando si scatena una tempesta nella mia vita? Come posso essere sicuro che la mia barca non affonderà nelle onde? Il Vangelo di Marco ci illustra un episodio in cui Gesù spiega perché non dobbiamo essere preoccupati, se nella nostra barca c'è anche lui.
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“35 Quella sera, Gesù disse ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva del lago".  36 Quelli allora, lasciata la folla, lo fecero salire in barca così com'era, e partirono insieme ad altre barche.  37 Ben presto si levò una terribile burrasca. Grosse onde cominciarono ad infrangersi nella barca, che in breve si riempì d'acqua, e stava per affondare.  38 Nel frattempo, Gesù stava dormendo a poppa su un cuscino. I discepoli lo svegliarono, gridando: "Maestro, non t'importa che stiamo tutti per affogare?"  39 Gesù si svegliò, rimproverò il vento e disse al lago: "Silenzio! Calmati!" Il vento cessò, e subito ci fu una gran calma.  40 Poi disse ai discepoli: "Perché eravate così spaventati? Non avete ancora fiducia in me?"  41 I discepoli furono presi da una gran paura, e si dicevano l'un l'altro: "Chi sarà mai quest'uomo? Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono!" Marco 4:35-41 PV


Fase 1: i discepoli fanno salire Gesù “così come era” (v. 36 Quelli allora, lasciata la folla, lo fecero salire in barca così com'era, e partirono insieme ad altre barche ).

  • Che tipo di Salvatore ti aspetti? Quali sono le caratteristiche che vorresti avesse, per accettarlo nella tua barca? I discepoli lo accolsero senza tanti se e ma, e ebbero nella loro barca colui che li avrebbe salvati di li a poco.
Fase 2: la tempesta (v. 37 Ben presto si levò una terribile burrasca. Grosse onde cominciarono ad infrangersi nella barca, che in breve si riempì d'acqua, e stava per affondare.)

  • Avere Gesù nella barca non è un'assicurazione che non ci accadrà nulla di male nella nostra vita.

Fase 3: Gesù dorme a poppa su un cuscino. I discepoli si “arrabbiano” perché non fa nulla. (v. 38 Nel frattempo, Gesù stava dormendo a poppa su un cuscino. I discepoli lo svegliarono, gridando: "Maestro, non t'importa che stiamo tutti per affogare?")

I discepoli conoscevano la potenza di Gesù: avevano visto centinaia (forse migliaia) di persone guarite e di demòni scacciati. Ma non avevano mai visto calmare una tempesta.
E' vera fiducia in Gesù che sappia farlo, o è pura disperazione? Lo vedremo alla fine del brano.

  • Gesù spesso sembra dormire, non fare nulla. E noi ci arrabbiamo, perché pensiamo che non veda e senta quello che stiamo attraversando. Gesù sapeva quello che sarebbe successo. E sapeva anche quello che avrebbe fatto. Lui non era preoccupato per i discepoli, perché sapeva che loro avevano lui nella sua barca.
  • Se nella tua barca c'è Gesù, la tua barca non può affondare.

Fase 4: Gesù si sveglia e rimprovera il vento e le onde( v. 39 Gesù si svegliò, rimproverò il vento e disse al lago: "Silenzio! Calmati!" Il vento cessò, e subito ci fu una gran calma. ).

La prima cosa che fa Gesù non è quella di sgridare i discepoli, e neppure di confortarli. La prima cosa che fa è quella di far cessare il motivo dello spavento: un'azione piuttosto che parole.

  • Quando Gesù interviene nella tua vita “lo vedi”, non “lo senti”: i sentimenti potrebbero ingannarti, potresti “non sentire” di essere salvato, quando invece lo sei!

Fase 5: Gesù chiede ragione della loro paura (v. 40 Poi disse ai discepoli: "Perché eravate così spaventati? Non avete ancora fiducia in me?")

Gesù “rimprovera” il vento, ma “dice” ai discepoli. Un po' è stupito che non abbiano ancora capito chi lui sia e la sua potenza. Gesù non li rimprovera per aver avuto paura, ma gli chiede come mai avessero avuto paura quando lui era nella barca con loro.

  • La paura, avevamo visto la settimana scorsa, è un sentimento legittimo, che Dio ha messo in noi per il nostro bene. Per renderci prudenti in situazioni pericolose. Ma spesso usiamo la paura a sproposito, invece di usare un altro sentimento che Dio ha messo in noi: la fiducia in Gesù. Avere fede non è aspettarsi una vita rose e fiori (quella è superstizione, è cabala), ma aspettarsi di ricevere l'aiuto nelle tempeste che arriveranno nelle nostre vite.

Eravamo rimasti con una domanda in sospeso poco fa: era vera fede che Gesù potesse calmare la tempesta, o solamente “disperazione”?

Fase 6: i discepoli si interrogano su chi sia questo strano individuo a cui obbediscono persino i venti e le onde. (v. 41 I discepoli furono presi da una gran paura, e si dicevano l'un l'altro: "Chi sarà mai quest'uomo? Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono!")

Non era fede: era fifa! Non era fede: era disperazione! Ma la cosa straordinaria è che, nonostante la fede fosse scadente, l'essersi affidati a Gesù ha provocato ugualmente il miracolo nelle vite dei discepoli.

  • Gesù ci conosce, sa i nostri limiti, e sa che qualche volta la nostra fede è “corta”.  Come nel caso raccontato in Marco 9 14-29

“Un uomo fra la folla rispose: "Maestro, ti ho portato mio figlio, perché è posseduto da un demònio che non gli permette di parlare. ... "Da quanto tempo è in queste condizioni?" chiese Gesù al padre. "Fin da quando era molto piccolo", rispose l'uomo. ...Ti prego, abbi pietà di noi e fa qualcosa, se puoi!" "Se posso?" disse Gesù. "Tutto è possibile per chi ha fede!"  Il padre esclamò subito: "Io ho fede, ma aiutami a superare i miei dubbi!" Quando Gesù vide che la folla aumentava, sgridò il dèmone, dicendogli: "Spirito sordo e muto, ti ordino di uscire da questo ragazzo e di non tornare mai più!"  Marco 9:17-21 PV

  • Gesù non agisce mai in base alla quantità di fede che abbiamo, ma in base alla presenza o meno della fede in lui. Difatti, leggiamo in Matteo 17:20 il commento che egli fa ai discepoli dopo questo miracolo, quando gli viene chiesto perché loro non erano riusciti a scacciare il dèmone:

"Per la vostra poca fede", spiego loro Gesù. "Basterebbe una fede piccola come un granello di senape, e potreste dire a quella montagna: "Spostati!" E si sposterebbe. Niente vi sarebbe impossibile” Matteo 14:20 PV

La frase “poca fede” in greco è “apistia”, che non significa “poca fede”, ma “mancanza di fiducia” (pistis = fiducia + a = senza , si chiama “alfa privativo” : tipo :a-morale = senza morale).

  • L'aiuto nelle tempeste della nostra vita ci arriva non per la quantità di fede che abbiamo, ma per la consapevolezza che Gesù è capace di agire. Certo è che più abbiamo fede, meno avremo paura, perché sapremo affidare tutte le nostre tempeste a Gesù e attendere che Lui agisca.

C'erano alte barche

Ma la frase che mi ha colpito di più, è quella del versetto 36b:  “partirono insieme ad altre barche”.

  • Spesso tendiamo a concentrarci sulle nostre tempeste, dimenticando che altri oltre noi stanno attraversando la nostra medesima tempesta, che sono anche loro in una barca distante qualche metro dalla nostra, che hanno le nostre medesime paure... e che molti non hanno Gesù nella propria barca.

In quella notte, la “poca fede” in Gesù dei discepoli nella barca provocò il miracolo della salvezza anche per quelle barche che stavano là a fianco, immerse nella medesima tempesta, che videro dissolversi in un attimo (V. 38b“ e subito ci fu una gran calma” ).

Chissà quanti delle barche a fianco avranno chiesto ai discepoli cosa fosse accaduto, dando modo di testimoniare CHI aveva fatto tutto quello!

 Tre applicazioni per noi

  • Essere credenti non è un'assicurazione sulla vita: avremo tempeste. Giovanni 16:33 “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”
  • Essere credenti significa che affronteremo le tempeste con Gesù nella nostra barca, e la nostra barca non potrà affondare. Ricordiamo che LA cosa più importante per il credente non è QUESTA vita, ma la prossima: Paolo la mette così :”Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. “ 2 Timoteo 4:7 
  • La nostra fede ha un effetto sulla vita degli altri
a) direttamente: la tempesta è placata per noi, ma altri ne godono il fruttob) tramite la nostra testimonianza: altri arrivano a Gesù perché vedono come noi abbiamo affrontato la tempesta vincendola, dandoci la possibilità di testimoniare il PERCHE' e tramite CHI l'abbiamo vinta.
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05 febbraio 2012

Come posso superare le mie paure? | 5 Febbraio 2012 |

Come riesci a gestire le tue "paure"? Spesso sono reali, il più delle volte non lo sono: talvolta abbiamo paura delle nostre paure... Come possiamo gestire come credenti le nostre paure?
Attraverso la storia di Pietro che prima cammina sull'acqua come Gesù e quindi affonda, traiamo indicazioni per la nostra vita in Cristo.

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"Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente. Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo. Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario. Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: "È un fantasma!" E dalla paura gridarono. Ma subito Gesù parlò loro e disse: "Coraggio, sono io; non abbiate paura!" Pietro gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull'acqua". Egli disse: "Vieni!" E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso Gesù. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!" Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?" (Matteo 14:22-31)

"Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c'è nulla che possa farli cadere." (Salmo 119:165)

"Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai. Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai".(Giosuè 1:8-9)

"Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!" (Luca 11:28)
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