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27 gennaio 2013

Come posso servire gli altri? | 27 Gennaio 2013 |

In che modo posso servire gli altri? Chi devo servire, come, quando e dove... ma soprattutto, perché?
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"Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, e gli disse: "Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?" Gesù gli disse: "Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?"  Egli rispose: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso". Gesù gli disse: "Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai".  Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?" Gesù rispose: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto.  Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà;  avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?"  Quegli rispose: "Colui che gli usò misericordia". Gesù gli disse: "Va', e fa' anche tu la stessa cosa". (Luca 10:25-37)


Si dice che un buon giornalista, per raccontare una storia e renderla più chiara possibile al lettore, debba tenere sempre presente cinque domande (che, difatti, si chiamano “domande giornalistiche”).

Esse sono:

1. Chi?
2. Dove?
3. Quando?
4. Come?
5. Perché?

Gesù non ha (e non ha bisogno) di nessuna laurea in giornalismo, ma risponde in questo brano proprio a queste cinque domande, perché ci ama, e perché vuole che capiamo perfettamente quello che Lui desidera, si attende e vuole da noi.


1. Chi?

Gesù non sceglie a caso i tre protagonisti della storia.

Il Sacerdote rappresenta colui che, per vocazione, ha dedicato la sua intera esistenza a Lui, mentre il Levita è colui che si occupa di servire nel tempio; al giorno d'oggi li chiameremmo “pastore” e “diacono”.

Quale è il loro comportamento? 

”lo vide, ma passò oltre dal lato opposto”.

Che delusione, che ipocrisia, questi due individui! Essi dovrebbero conoscere a memoria i comandamenti del Signore ma, pur vedendo la necessità nella vita dell'altro, scelgono di passare dal lato opposto, non si avvicinano neppure alla vita di colui che ha bisogno!

Quello che ci saremmo aspettati dagli “uomini di Dio”, invece lo vediamo fare a colui che proveniva da una razza ritenuta dagli Ebrei “impura”.

 "Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà;  avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino."

Anche il Samaritano vede l'uomo che ha bisogno, ma non decide di passare dall'altra parte della strada, gli passa a fianco, e passandogli a fianco la sua vita senza apparenti problemi entra in contatto con la vita piena di problemi dell'altro. Non aspetta che qualcuno gli dica chi deve intervenire a favore di quella vita in pericolo: LUI è il CHI!

Se hai accettato la sfida scritta su quel foglietto quattro settimane fa, ora sai che la risposta al “chi?” sei tu; e allora io ti chiedo: stai passando “accanto” alle vite delle persone che hai intorno, oppure passi dall'altro lato della strada?

Passare accanto alle vite delle persone, avvicinarsi ai loro sogni, ai loro bisogni, alle loro gioie, alle loro preoccupazioni: comincia da lì il tuo cammino per dare il 100% di te al tuo Signore.
Perché, se tu passi vicino alle vite di coloro che non conoscono Cristo, solo allora puoi avene pietà, avvicinandoti a loro, aiutandoli a scoprire la ricchezza che tu sai esistere nella vita in Cristo Gesù.

Il “Chi?”, sono io, sei tu.

2. Dove?

Gesù avrebbe potuto ambientare la sua storia in una sinagoga, o al tempio, luoghi sacri per eccellenza e dove ci aspettiamo uomini e donne “sante”, o in un palazzo o anche in una casa, dove le persone sono intime e rilassate l'una verso l'altra.

Ma Gesù, come sempre, sceglie un'altra prospettiva a quella da cui siamo abituati a guardare il mondo e gli eventi: sceglie il posto più comune, usuale ed anonimo possa esistere: una strada!
Un posto dove " per caso un sacerdote scendeva, per caso un Levita passava, per caso un Samaritano era in viaggio".

Ora che sai che il chi sei proprio tu, Gesù ti dice anche il dove: è la via dove “per caso” vivi, il posto di lavoro dove “per caso” lavori, la scuola dove i tuoi figli “per caso” frequentano, gli amici con cui “per caso” ti incontri, la famiglia dove “per caso” sei nato o sei nata.

Il “dove?” è la tua vita, fatta di familiari, amici e conoscenti; e, se la vuoi sapere tutta, non è “per caso” che sei li! Dio non ha creato il mondo “per caso”, ma con uno scopo,; Paolo dice in Colossesi:

"Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui (= Gesù) e per Lui (=Gesù)" (Colossesi 1: 16b PV)

E neppure tu sei stato creato “per caso”Paolo dice in Efesini:

"Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo." (Efesini 2:10)

Tu sei nel posto preciso dove il Signore ti vuole; alcuni (come Amy) il Signore li manda lontano, perché vi siano suoi testimoni “fino all'estremità della terra” (Atti 1:8b), ma tu non devi andare lontano; devi solo aprire gli occhi e guardare coloro che incontri sulla tua strada, la strada dove Dio ti ha posto.

Il “Dove?”, è dove sono, è dove sei.

3. Quando?

Il Samaritano non sapeva chi avrebbe incontrato sulla sua strada; Gesù ci dice solamente che era in viaggio; ma si è fatto trovare pronto a rispondere alla situazione di estremo bisogno dell'uomo derubato e picchiato.

Personalmente, non penso che avesse frequentato alcun corso di primo soccorso, e nemmeno che fosse infermiere professionale; non c'era tempo per studiare un po' di fisiologia o di chirurgia d'urgenza e, soprattutto, non c'era nessun altro che potesse aiutare più esperto di lui.

Se tu hai deciso in cuor tuo di dare la tua vita al Signore, il Signore ti farà trovare sulla tua strada molte persone sofferenti, e non ci sarà tempo per frequentare un corso di primo soccorso, ma soprattutto, non ci sarà nessuno più esperto di te sulla strada nel curare le ferite dell'anima; sarà tuo compito di curare, confortare, accompagnare, dormire assieme, pagare, per coloro che il Signore ti avrà posto di fronte.

Sii pronto, come dice Paolo in Efesini, per quando sarà.

"Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza." (Efesini 6:10)

Questo comporta studiare la Sua parola ogni giorno, parlare con Lui ogni giorno, essere disponibili ad essere usati da lui dal sorgere del sole al suo tramonto.

Il “Quando?”, è ogni giorno.

4. Come?

Non penso il Samaritano girasse per strada con un kit completo di pronto soccorso, né che ci fossero farmacie aperte a quell'ora sulla via tra Gerico e Gerusalemme.

Gesù ci racconta che curò le piage versandovi sopra olio e vino.

Non ha aspettato di avere i farmaci giusti, o le giuste bende, ma ha utilizzato quello che aveva con lui per il viaggio; il vino e l'olio dei suoi pasti, una tunica di ricambio strappata per farne bende...

Quelli che Gesù ci mostra sono elementi semplici, alla portata di tutti; egli ti incoraggia ad usare quello che hai, non quello che non hai. Questo include sia il campo della “fede” ovvero della preparazione biblica, sia quello materiale.

Gesù si aspetta che tu condivida con gli altri che ti metterà sul tuo cammino quello che tu stesso hai imparato su di Lui e sulla Bibbia, quello che porti con te.

E' per questo che è importante che tu li abbia sempre a portata di mano, come il vino e l'olio del Samaritano; e non sto dicendo che devi avere una Bibbia dentro la tua borsa (anche se non guasta) ma la Bibbia dentro la tua testa e dentro il tuo cuore!

Ma Gesù si aspetta anche che tu dia alla sua opera una parte della prosperità che Lui ti ha concessa, che rinunci alla bella tunica di ricambio per farne bende, che paghi la locanda al tuo amico in difficoltà.

Non sto suggerendoti di prestare o regalare soldi ai bisognosi, ma di investire parte di ciò che hai grazie al Signore in maniera regolare per le Sue opere .

Il “Come?”, è con quello che ho, con quello che hai.

5. Perché

Se hai creduto in Gesù, se lo segui, ti basti il comandamento che ci consegna la versetto 37:

"Va', e fa' anche tu la stessa cosa".

Se ciò non ti sembra sufficiente, Paolo rende chiaro il motivo della tua testimonianza:

Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? E come annunzieranno se non sono mandati? Com'è scritto:

"Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!" (Romani 10:14-15)

Tu sei colui che annunzia il Signore ad altri; tu sei colui che annunzia le “buone notizie”, l'Evangelo! Tu sei stupendo negli occhi del tuo Signore; persino i tuoi piedi sono belli, quando fai questo!

Il “Perché” è perché Gesù lo chiede.

Se non sai dove cominciare per dare il 100% della tua vita a Gesù, comincia lungo la strada. Sei TU il ministro di Dio, sei TU l'ambasciatore della Buona Novella al mondo!

Non ci credi? Pensi di non essere all'altezza? In realtà, già sei ministro di Cristo in quello che fai per la tua chiesa.

Se tu ti stai impegnando nella tua comunità locale, qualsiasi cosa tu stia facendo, ma lo fai per il Signore, allora tu non sei un ascoltatore della Parola, ma un ministro di Cristo davanti alla comunità dove vivi. Sii fiero di dove sei, ma impegnati ogni giorno nel fortificarti in Cristo

"Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. (Efesini 6:10)

Il mondo là fuori aspetta di ricevere Gesù; il mondo là fuori aspetta che la tua vita gli parli di Lui.
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20 gennaio 2013

L'amore è più grande del servire | 20 Gennaio 2013 |


Come deve essere il mio servizio al Signore? Per essere efficace per lui debbo fare il più possibile, oppure il lavorare per lui non è sufficiente? Partendo dalla storia di Davide in 1° Cronache, Simone Giannicola ci illustra come il servire Dio non è mai maggiore dell'amore, ma che l'amore vale enormemente di più del servire Dio.

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“(Davide) Morì molto vecchio d'età, sazio di giorni, di ricchezze e di gloria. Al suo posto regnò suo figlio Salomone.” (1 Cronache 29:28 ND)

Perché Davide era “sazio”?

1) Davide aveva ottenuto una nuova identità

 Allora tutto Israele si radunò presso Davide a Hebron e gli disse: «Ecco, noi siamo tue ossa e tua carne. Già in passato quando era re Saul, eri tu quel che guidavi e riconducevi Israele; e l'Eterno, il tuo DIO, ti ha detto: "Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai principe sopra il mio popolo Israele"».Così tutti gli anziani d'Israele vennero dal re a Hebron, e Davide fece alleanza con loro a Hebron davanti all'Eterno; quindi essi unsero Davide re sopra Israele, secondo la parola dell'Eterno pronunciata per mezzo di Samuele. (1 Cronache 11:1-3 ND)

2) Davide aveva ripristinato il culto a Dio

“Davide tenne consiglio con i capi di migliaia e di centinaia e con tutti i principi. Poi Davide disse a tutta l'assemblea d'Israele: «Se sembra bene e se è da parte dell'Eterno, il nostro DIO, mandiamo a dire ai nostri fratelli che sono rimasti in tutte le regioni d'Israele, e con loro anche ai sacerdoti e ai Leviti nelle loro città e terreni da pascolo di radunarsi presso di noi  e riportiamo da noi l'arca del nostro DIO, perché non l'abbiamo ricercata ai tempi di Saul»”. (1 Cronache 13:1-3 ND)

3) Davide era grato a Dio

“Or avvenne che Davide, dopo che si era stabilito nella sua casa, disse al profeta Nathan: «Ecco, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca del patto dell'Eterno si trova sotto una tenda».Nathan rispose a Davide: «Fa' tutto ciò che hai in cuore, perché Dio è con te».” (1 Cronache 17:1-2 ND)

4) Davide aveva cercato il regno di Dio

“Eppure questo è parso poca cosa ai tuoi occhi, o DIO; tu hai pure parlato della casa del tuo servo per un lontano avvenire e mi hai riguardato come se fossi un uomo di alto rango, o Eterno DIO. Che cosa potrebbe ancora dirti Davide per l'onore fatto al tuo servo? Tu conosci infatti il tuo servo. O Eterno, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste opere potenti per far conoscere tutte queste grandi cose.” (1 Cronache 17:19-22 ND)

5) Davide aveva un progetto e dei consiglieri

«Tutto questo», disse Davide, «mi è stato dato per iscritto dalla mano dell'Eterno, che mi ha fatto comprendere tutti i lavori di questo progetto». Davide disse quindi a suo figlio Salomone: «Sii forte e coraggioso e mettiti al lavoro, non temere e non sgomentarti, perché l'Eterno DIO, il mio DIO,sarà con te. Egli non ti lascerà e non ti abbandonerà, finché non avrai terminato tutto il lavoro per il servizio della casa dell'Eterno.  Ed ecco le classi dei sacerdoti e dei Leviti per tutto il servizio della casa di DIO; inoltre per ogni lavoro saranno a tua disposizione ogni sorta di esperti volenterosi in ogni attività; anche i capi e tutto il popolo saranno interamente ai tuoi ordini». (1 Cronache 28:19-21)

6) Davide aveva reso a Dio ciò che aveva ricevuto

“Poi il re Davide disse a tutta l'assemblea: «Salomone, mio figlio, il solo che DIO abbia scelto, è ancora giovane e inesperto, mentre l'opera è grande, perché questo palazzo non è destinato a un uomo, ma all'Eterno DIO... Ma chi sono io e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Tutte le cose infatti vengono da te, e noi ti abbiamo semplicemente dato ciò che abbiamo ricevuto dalla tua mano.” (1 Cronache 29: 1,14)
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13 gennaio 2013

Là dove la chiesa è vita: il piccolo gruppo. | 13 Gennaio 2013 |

Come posso parlare di Gesù alle persone a cui voglio bene? Debbo invitarle nella mia chiesa, oppure debbo aspettare che dedichino la loro vita a Gesù, prima? E come faccio a parlargli di Gesù, se bon ho mai studiato teologia? Joe Sirico ci illustra come il posto dove la chiesa nasce e si sviluppa non è il culto domenicale...ma il piccolo gruppo durante la settimana: nelle case, nei bar, al posto di lavoro. E' lì dove la chiesa è vita!

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“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.” (Matteo 28:19-20)

“Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.” (Matteo 18:20)

“Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.” (Giovanni 13:34-35)

Noi siamo in obbligo di ringraziare sempre Dio per voi, fratelli, ed è giusto che sia così, perché la vostra fede cresce in modo meraviglioso e il vostro amore reciproco aumenta sempre di più. Per questa ragione siamo fieri di parlare di voi alle altre chiese di Dio: della vostra costanza e della vostra fede in mezzo a tutte le persecuzioni e le afflizioni che sopportate. (2 Tessalonicesi 1:3-4 PV)

“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:1-2)

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06 gennaio 2013

Il segreto per una "pesca miracolosa" nel 2013 | 6 Gennaio 2013 |

Cosa hai raccolto nell'anno trascorso? E cosa vorresti raccogliere in quello che viene? Sei pronto a "gettare le reti" per fede in Gesù, piuttosto che per logica umana?.
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Ogni anno, alla fine dell'anno, la mia attività al negozio è quella di stilare le “statistiche” per vedere gli incrementi o i decrementi delle merci vendute.
Anche se, chiaramente, so come è stato l'andamento dell'anno, c'è sempre una certa emozione quando digito la chiusura al 31/12.

Mi aspetto ogni anno di vedere che le mie 55 ore settimanali trascorse al lavoro, come pure quelle di mio fratello, abbiano sortito i risultati aspettati.

In 35 anni, sono state più le gioie che i dolori che mi hanno recato quelle carte piene di numeri e righe.
E penso a come sarebbe il mio animo se, al termine dell'anno, le statistiche mi indicassero un calo del 70% o, peggio, mi indicassero “0”;
hai lavorato sodo, hai studiato strategie, hai investito in mezzi e risorse... ma non hai venduto nulla!

C'è una persona molto famosa nella Bibbia che deve aver provato un giorno questo tipo di sconforto. E' un certo “Simone”, conosciuto anche come “Pietro”. Vogliamo trarre insegnamento da ciò che ha fatto lui per l'anno che inizia, come individui e come chiesa.

"Quando ebbe finito di parlare, egli disse a Simone: "Ora vai dove l'acqua è profonda e getta le reti!" Ma Simone rispose: "Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! Ma se lo dici tu, le faro calare". E questa volta le reti si riempirono tanto, che cominciavano a strapparsi! Fecero dunque cenno ai soci dell'altra barca perché venissero ad aiutarli. Ben presto tutte e due le barche furono talmente piene di pesce che rischiavano di affondare. Quando Simon Pietro si rese conto dell'accaduto, cadde in ginocchio ai piedi di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me, che sono un peccatore!", perché era rimasto sconvolto da quella pesca straordinaria. E come lui, erano sconvolti tutti i presenti, compresi i suoi soci, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo. Ma Gesù disse a Simone: "Non aver paura! D'ora in poi tu sarai pescatore di uomini!" ».(Luca 5:4-10 PV)

1) Il regno di Dio utilizza degli strumenti "deboli".

"Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! "

Gesù coglie Pietro in un momento particolare: quello della "debolezza". Pietro è debole per aver lavorato un'intera notte senza ottenere praticamente nulla. E' scoraggiato; nonostante gli sforzi, nonostante tutta la cura nel preparare le reti, nello scegliere la rotta sul lago e l'ora nella pesca, il risultato è assolutamente scoraggiante.

Quante volte, nella tua vita, hai preparato qualcosa con minuzia di particolari, hai studiato il piano, disegnato le mappe, atteso il vento... E non hai raccolto nulla? Accade, molto più spesso di quanto siamo disposti ad ammetterlo.Allora ci scopriamo deboli, allora lo scoraggiamento ci assale!

Gesù conosce la mia debolezza e il mio scoraggiamento!

Dio ama usare coloro che sono "deboli", per insegnargli che non è attraverso la forza dell'uomo che procede il regno di Dio, ma attraverso la potenza di chi è Signore di quel regno.

Nessuno è forte di fronte alle prove e alle difficoltà della vita. Paolo, il grande apostolo, lui stesso, ha dovuto impararlo nel modo più duro, per poi scoprire che, la risposta alla sua preghiera, non era "più potenza", ma “più fede”:

"Ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. (2 Corinzi 12:9 NR94)

Il Signore Gesù stesso ha accettato di essere " debole", venendo come uomo. Avrebbe potuto, a ragione, venire come il dominatore del mondo.... Ma ha scelto di venire come un servo.

2) Il Regno di Dio non dipende da come mi sento

"Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! "

Nella voce di Pietro c'è ben più di una semplice spiegazione:
c'è lo sconforto, la frustrazione di non aver visto i frutti di tanta fatica,

Quando le cose non vanno come avevamo previsto, ci assale il dubbio il dubbio che stiamo sbagliando in qualcosa: "Dove sto sbagliando? Perché Dio non sta benedicendo l'opera che faccio per lui?".

Se qualche volta questa domanda può essere giusta, e ci aiuta a migliorare le nostre strategie e ad adottare nuovi strumenti,il più delle volte, come nel caso di Pietro, la soluzione non risiede in una nuova strategia o in un nuovo strumento... ma semplicemente in un atto di fede.

3) Il Regno di Dio dipende (anche) dalla mia fede

"Ma se lo dici tu, le faro calare” (Trad. "La Parola è vita")
“Però, secondo la tua parola, getterò le reti"(Trad. "Nuova Riveduta")


La vera forza di Pietro sta nella sua risposta. E pieno di dubbi, sa che i pesci che si prendono con le reti che usa NON stanno nelle acque profonde, ma a riva, dove vengono per mangiare,avrebbe più di una cosa da obiettare a Gesù circa la strategia che gli viene proposta (e in effetti, LO FA!), ma sceglie di non farsi dominare dallo scoraggiamento e dai cattivi presagi. Mette da parte i sentimenti ed AGISCE sotto un impulso ben preciso: la parola di Gesù!

Capernaum, la città di Pietro, era una città di 1500 abitanti, e i miracoli di Gesù erano di sicuro passati di bocca in bocca.Lo stesso Pietro ne aveva ricevuto uno, avendo Gesù guarito la suoceraPietro conosceva le capacità di Gesù. Pietro decide di agire per fede, non per logica. In quel "ma se lo dici tu" c'è un intero capitolo di dubbi, contestazioni e scoraggiamento che vengono messi a tacere.

La Nuova riveduta dice: “però, secondo la tua parola, getterò le reti". La parola di Cristo diviene il piano, per quanto possa sembrare assurdo.

La fede che dimostra Pietro verso l'ordine di Gesù non è una fede incondizionata, non è una fede sicura, anzi al contrario è una fede che "obietta" che fa mostra della propria esperienza di vita per spiegare il perché non funzionerà.

"PERO' agisco!" e non "Agisco,  PERO'..."; la grandezza di Pietro è agire nonostante i dubbi e mettendo da parte le  contestazioni della sua logica.

E' una fede perfetta? No, e Gesù lo sa!  Ma è comunque una fede: una fiducia in Gesù che porta all'azione di obbedienza verso un comando che gli appare a dir poco assurdo.  E Gesù sa che quella piccola fede traballante, posta nelle sue mani, può dare effetti smisurati:

"Gesù rispose: « Basterebbe che la vostra fede fosse grande come un granello di senape, per dire a questa pianta di sicomòro: “Sradicati e trapiantati in mare!” E vi ubbidirebbe.." (Luca 17:6 PV)

La svolta per Pietro sta nell'abbandonare la sapienza umana che non vorrebbe gettare le reti e avere un'altra sconfitta, e fidarsi di una sapienza "più alta".

La fiducia in Cristo genera nuovi frutti. C'è nuova fatica, ma la fiducia nella parola ci Dio dà stavolta frutto, è parte del miracolo, agisce assieme a Gesù.

Pietro vede una nuova luce nella sua fatica, gioisce nella fatica sua e dei sui compagni. la gioia diventa annuncio e gli altri della barca a fianco vengono sfamati, pregano, e gioiscono anche essi.

4) Gesù comprende il mio stupore e la mia vergogna.

"Signore, allontanati da me, che sono un peccatore! "

L'aver obbedito con una fede traballante alla parola di Gesù da frutti cosi smisuratamente enormi che Pietro prova stupore...ma anche vergogna. All'inizio aveva chiamato Gesù “maestro” (epistates = insegnate – lo si usava per indicare uno che era superiore a te). Ora lo chiama “Signore” (kurios = supremo maestro – lo si usava per dare rispetto alle persone molto importanti; veniva usato per indicare Dio).

Pietro comprende solo ora che tutta l'esperienza del mondo, i piani meglio studiati, le reti migliori, le rotte più accurate, la tempistica più accurata non valgono nulla.... se non ci stiamo muovendo all'interno della parola di Cristo. Comprende che l'artefice della pesca non è lui, o le sue reti, o la barca, ma l'uomo che ha parlato, sedendo a poppa, dando un semplice comando: "tornate a gettare le reti...non dove le avevate buttate prima, ma nell'acqua profonda!".

L'abbondanza, la benedizione, il frutto erano là sotto la barca, distanti solo pochi metri; e per raggiungerlo non servivano più forzi, né nuove reti. Ma bastava seguire il comando di chi sapeva dove erano i pesci, nell'acqua profonda, non a riva, là dove forse li aveva mandati a chiamare e a radunare.

Pietro si abituerà ad essere smentito da Gesù come pure la sua fede rimarrà traballante, facendolo più di una volta traballare e affondare tra le onde, fino al momento in cui lo Spirito Santo lo inonderà e lo renderà capace di avere fede anche nelle cose illogiche che Gesù gli chiedeva di fare.

"Allora Pietro si fece avanti con gli altri undici apostoli e gridò loro: « Ascoltate bene, tutti, stranieri e abitanti di Gerusalemme! No, no, ciò che avete visto questa mattina fu predetto secoli fa dal profeta Gioele: “Negli ultimi giorni”, dice Dio, “verserò il mio Spirito Santo su tutti gli uomini. I vostri figli e le vostre figlie faranno profezie, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi dei sogni." (Atti 2:14, 17 PV)

Vuoi vedere una "pesca miracolosa" nel 2013?

3 AZIONI DA PRATICARE


1) Ascolterò la Parola di Gesù ovvero leggerò la Bibbia

"però, secondo la tua parola, getterò le reti".

La chiave di tutto sta nell'ascoltare la Parola.Dove trovo la “Parola di Gesù?Nella Bibbia!

Ascoltare la Parola significa:

  • leggere la Bibbia:
    La Parola di Gesù sta tutta lì, disponibile quando vogliamo, a portata di mano: spetta a noi ascoltarla.
  • memorizzare la Bibbia
    La Parola di Gesù è viva: per vivere in noi deve risiedere in noi, non in un libro.
  •  meditare la Bibbia
    La Parola deve diventare azione, così come è stato per Pietro. Debbo sedere, e pensare: "come si applica questo passo alla mia vita? Cosa vuole che faccia Dio?"
    Usa anche le domande "PACEPERME".

2) Avrò fede nell'opera di Dio

Gesù non cerca  camionisti che trasportino tonnellate di fede ma cerca persone comuni pronte ad affidargli granelli di senape di fede: al resto ci penserà lui!

Avere fede nell'opera di Dio significa:

  • tagliare la parola “impossibile” dal tuo vocabolario
  • fare le cose che Dio ti chiede di fare, non quelle che sai già fare
    • quelle che lo Spirito ti indicherà di fare
    • quelle che la tua chiesa ti chiederà di fare.

3) Inviterò ogni giorno lo Spirito Santo in me.

La vera trasformazione per Pietro è avvenuta allorquando lo Spirito Santo lo ha riempito... ed in un solo giorno ha visto compiersi quello che mai aveva visto fino ad allora: 3000 persone salvate in un giorno solo.

Invitare ogni giorno lo Spirito Santo significa:

  • dare tempo allo Spirito Santo di parlarci,
  • aprire gli occhi ed essere sensibile a quello che mi accade attorno,
  • cogliere ogni singola opportunità per testimoniare di Cristo agli altri.
Conclusione

Questo processo si chiama "santificazione": diventare ogni giorno un po' più diversi da tutti gli altri che ci circondano perché stiamo diventando ogni giorno un po' più simili a Gesù.

Vuoi vedere una pesca miracolosa nel 2013, sia nella tua vita che nella tua chiesa?

Pesca allora con la stessa fede di Pietro; allora vedrai i frutti che il granello di senape può dare nella tua vita e nella nostra chiesa., quando lo offri con fede al Signore.
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01 gennaio 2013

Un "proposito unico" per l'anno che viene | 1 Gennaio 2013 |

Come sara' il mio 2013? Sara' migliore, oppure peggiore del 2012? Con quale attitudine mi devo avvicinare a questi prossimi 365 giorni della mia vita? Una breve riflessione sull'anno che viene.


Buon 2013 a tutti dalla 
Chiesa Evangelica della Vera Vite!

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