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01 maggio 2016

Aiutarsi a crescere gli uni gli altri | 1 Maggio 2016 |

Il compito della chiesa locale non è solo di crescere, ma di far crescere le persone che la formano. E la maniera migliore per crescere è di aiutarsi gli uni gli altri a crescere.
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Nel precedente messaggio avevamo visto che il fine di ciascun credente è quello di portare frutto a Dio. Per fare questo, come un buon seme, devo essere “piantato”; e il campo fertile dove posso  crescere,  portare frutti  e produrre nuovi “semi” è la chiesa. Non la chiesa in generale ma la chiesa locale.

Avevamo detto che non è importante la mia “forma” come seme, (se piccolo o grande) non importano che doni Dio mi ha dato, (tutti i doni sono funzionali alla crescita della chiesa, non ci sono doni piccolo o doni grandi, ma ci sono doni “differenti”).

Le tre cose che sono importanti, avevamo detto sono scoprire i miei doni e i miei talenti (che sono nelle cose che “mi vengono facili”, quelle dove metto il mio cuore) permettere ai leader della chiesa di equipaggiarmi per il servizio (non partire con un proprio “piano”,  ma imparare da altri che già fanno quelle cose). avere un cuore disposto a servire ( mettendo a disposizione il mio tempo e il mio impegno anche nelle piccole cose); in breve “un servo che non serve non serve”.

Lo scopo della chiesa locale è la crescita: vogliamo far crescere la chiesa, è vero, ma non è certo l'unico tipo di crescita che vogliamo.

Infatti, per poter far crescere la chiesa, la prima cosa che dobbiamo fare è crescere noi stessi come credenti.

Cosa ci fa crescere? La fede,  la preghiera, la lettura della Bibbia... ma c'è una cosa che ci fa crescere ancora di più, e che rende più efficaci tutte le cose che ho elencato.

Questa cosa è contenuta in una frase che è ripetuta per 58 volte nel Nuovo Testamento (è la terza frase più presente dopo “amore” e “peccato” e viene prima di “salvezza”). Sapete quale é? “L'uno l'altro”!

Dio non ci ha creati per essere delle isole, ma per avere rapporto con altri. Ricordate le parole di Dio in Genesi?

“Non è bene che l'uomo sia solo...” (Genesi 2:18)

Se Dio ha creato  l'uomo  per avere rapporti con gli altri sulla terra, in quel campo speciale dove le vite delle persone vengono piantate per produrre  frutto, la chiesa  Dio vuole non solo che abbiano rapporto, ma che imparino a crescere assieme.

Uno dei maggiori obiettivi della chiesa  è proprio imparare ad aiutarci a crescere “gli uni gli altri”.

“Perciò, incoraggiatevi ed edificatevi a vicenda, come infatti state già facendo.” (1 Tessalonicesi 5:11 PV)

La cosa realmente affascinate della Bibbia è che,  quando apprendiamo un principio e lo mettiamo in pratica,  esso non rimane confinato nell'ambito “ecclesiastico”, ma lo possiamo applicare con successo a qualsiasi altro campo della nostra vita.

Possiamo così aiutare a crescere i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro, i nostri parenti, i nostri figli, il nostro sposo o sposa.

Perché?  Perché i principi nella Bibbia non sono il “regolamento per gli iscritti al club”,  ma il “manuale d'uso e manutenzione” scritto da colui che ci ha creati.

Come fare per aiutare l'altro a crescere?

Ci sono quattro modi per aiutare l'altro (o l'altra) a crescere. Oggi vedremo il primo (domenica prossima vedremo gli altri tre).

Voglio spendere più tempo sul primo modo per aiutare l'altro nella crescita perché è quello che è maggiormente enfatizzato nella società dove viviamo, ma che paradossalmente è più in conflitto con essa.

1. Afferma che l'altro vale

Proverbi dice:

“La sofferenza del cuore abbatte l'uomo, ma la parola buona lo rallegra” (Proverbi 12:25)

Avete fatto caso al titolo di MOLTE trasmissioni televisive attuali? “Italia's got Talent” ( = l'Italia ha talento), “Tu si que vales” ( = tu si che vali), "X Factor" ( = il fattore X per il successo)

Ognuno dei partecipanti è lì per dimostrare che “vale”, che quello che sa fare con le mani, con la voce o con il corpo lo rende “speciale”.

Vorrei vedere assieme a voi un breve filmato tratto da “X Factor Australia" del 2011:



Emmanuel non sarebbe arrivato ad essere quello che è, se non ci fosse stata la sua madre adottiva Moira Kelly.

Moira è credente, ha fondato una organizzazione che si chiama “Children First” ha lavorato in molte parti del mondo con i bambini bisognosi, e SA, come credente,  che la vita di un bambino può cambiare in maniera radicale, se quel bambino è “affermato”, se c'è qualcuno che gli dice : “Tu vali”. E' quello che ha fatto con Emmanuel.

Ognuno di noi cerca affermazione, cerca di far vedere che lui (o lei) “vale”; ma i parametri di valore che vogliamo usare  sono completamente differenti da quelli dei reality.

In un reality la cosa fondamentale è dominare sugli altri; nella “realtà” di Dio invece...

Per affermare che l'altro vale io devo...

a) Accettare l'altro

“Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.” (Romani 15:7)

Avete presente un altro programma TV che si chiama “Uomini e donne”? Non l'ho mai visto per davvero,  ho visto qualche scena facendo zapping,   ma mi dicono che la “logica” sia quella di “formare” delle coppie e i vari “concorrenti” per “accaparrasi” il o la “tronista” devono “buttare giù” l'altro o l'altra, devono fare del tutto per sminuire, mettere in ridicolo, abbattere...

E' per questo che vi dicevo che c'è un paradosso nella società moderna tra la voglia di avere valore, di valere, e la necessità di farlo a discapito di qualcun altro.

Quale logica sta dietro a questo comportamento? Che per poter valere più di te, non mi serve di aumentare il mio valore, ma mi basta diminuire il tuo, così che io sarò più in alto rispetto a te: questa è la logica!

Noi viviamo in una società che butta giù l'altro per avere più valore noi stessi.

Ma facciamo anche di peggio (soprattutto noi credenti);  facciamo paragoni con gli altri  sulla base delle cose che a noi riescono meglio: “Senti che preghiera senza senso dice Tizio!” “Ah, vedi che Caio è sempre l'ultimo che arriva la domenica!” Questo ci fa sentire “superiori”! Paolo ci ammonisce così:

“Ma tu, perché critichi tuo fratello? E tu, perché lo disprezzi? Ricordatevi che tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio, per essere giudicati.” (Romani 14:14 PV)

Dio non fa come noi facciamo: non butta mai giù,  non ti accusa mai. Qualcun altro è “l'accusatore dei fratelli”... Satana! E quando noi accusiamo o giudichiamo un nostro fratello o una nostra sorella, stiamo facendo il mestiere di satana!

Come posso accettare l'altro? Smettendola di insistere che deve essere esattamente come sono io!

Per affermare che l'altro vale io devo...

b) Dimostrare attenzione per l'altro

“Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai fratelli in fede.” (Galati 6:10)

Il problema di molti di noi è che è vero, non facciamo il male... ma non facciamo neppure il bene! In pratica, non facciamo NIENTE per l'altro, e ci sentiamo soddisfatti.

Paolo invece ci dice che  dobbiamo intenzionalmente fare il  bene per gli altri. Devi “cogliere l'opportunità”.

Paolo ci dice di farlo a tutti, ad iniziare dai nostri fratelli e sorelle nella fede. E qui ci sono spesso due problemi.

Spesso il bene lo facciamo “al di fuori” della chiesa, e lo giustifichiamo con la “testimonianza”.
Quelli della chiesa... beh, tanto hanno il Signore che li aiuta...

Altre volte cerchiamo di farlo a quelli della chiesa, che, cortesemente lo rifiutano,  dicendo : “Ma no, non mi serve nulla, tanto ho il Signore che mi aiuta!”

Nel primo caso siamo mancanti noi, di fronte al comandamento di Paolo, nel secondo è mancante il nostro fratello o la nostra sorella in Cristo, perché ci impedisce di adempiere a un comandamento.

Paolo ci dice che dobbiamo “cogliere l'attimo: questo significa che dobbiamo essere attenti. utto quello a cui presto attenzione cresce: il mio orto, i miei figli, il mio matrimonio … tutto tranne i miei capelli!

Sapete quale sia il dono più grande che possa fare a chi amo? Il mio TEMPO! Si scrive Amore, si pronuncia TEMPO! E sapete quale è il ladro maggiore del nostro tempo. Vorrei vedere assieme a voi un altro video:



Che cosa stava togliendo l'amore nelle persone del video? La Tecnologia! La TV e il PC /tablet/smartphone!

L'ISTAT stima che in media, un italiano dagli 11 ai 75 anni passi davanti alla tv 3 ore e 50 minuti. A questo c'è da aggiungere 2 ore davanti al pc/tablet/smartphone. Trascorriamo quasi il 40% della nostra giornata davanti a uno schermo di qualche tipo. Solo 15 minuti vengono dati al gioco coi propri figli...

I compiti per questa settimana

Ecco cosa voglio che facciate questa settimana:

I. Cerca opportunità per dimostrare attenzione alle persone che normalmente attraversi con lo sguardo:i tuoi vicini, le persone al lavoro, la commessa al supermercato dove vai sempre. Non aspettare che capitino...cercale!

II. Fissate un tempo con il vostro piccolo gruppo per per uscire assieme. Non deve essere nulla di elaborato, anche un gelato assieme va bene.

III. Per le coppie: fate un appuntamento con vostro marito o vostra moglie.  Invitatevi a vicenda una sera fuori. Se avete bisogno di baby sitter chiedete al vostro piccolo gruppo o a qualcuno nella chiesa.

Per affermare che l'altro vale io devo...

c) Dimostrare affetto all'altro

Dio ci ha creati con un intelletto, la capacità di pensare e di provare sentimenti, ma ci ha creato anche con un fisico: e fisico e mente sono collegati, per cui se sta bene il fisico sta bene anche la mente e viceversa. Il fisico  spesso traduce in forma breve i nostri sentimenti.

Quale è secondo voi l'azione “fisica” che traduce il pensiero “ti voglio bene”? E' l'abbraccio!

E' scientificamente dimostrato che i bambini che subiscono l'assenza di contatto fisico nei primi anni di vita  presentano uno sviluppo più lento di quelli che vengono regolarmente abbracciati e cullati.

Una università americana ha effettuato vari studi giungendo alla conclusione che per avere una vita più sana ed equilibrata dal punto di vista emotivo ogni adulto necessita tra gli otto e i 10 contatti significativi con altri ogni giorno: strette di mano, abbracci, pacche sulle spalle.

Cominciamo da subito... alzatevi, e ognuno abbracci qualcuno NON della propria famiglia né del proprio piccolo gruppo.

Lo ammetto, uno dei miei linguaggi di amore è il contatto fisico, chiedete a mia moglie se riesco ad addormentarmi senza toccarle almeno con un dito la sua spalla.

A me piace il contatto fisico, e nel tempo ho individuato tre tipi di contatto: (e qui mi serve un volontario):
  • il “contatto alla Carla Fracci - riluttante” (stretta di mano “molle”, guancia che si sfiora mentre guardi da un'altra parte);
  • il “contatto alla Bud Spencer- energico” (stretta di mano a morsa, pacche violente sulle spalle);
  • il “contatto  avvolgente” (le braccia abbracciano veramente l'altro, il bacio è vero sulla guancia).
Indovinate quale mi piace? Paolo afferma questo:

“Amatevi a vicenda come fratelli e siate rispettosi gli uni verso gli altri.” (Romani 12:10 PV)

Per affermare che l'altro vale io devo...

d) Dimostrare di apprezzare l'altro.

Il verbo “apprezzare” è un verbo latino composto da: “pretium”, ovvero “costo, prezzo ” più il suffisso rafforzativo “ad”, ovvero “più, maggiore”; quando tu apprezzi i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo,  i tuoi figli,  la tua sposa o il tuo sposo, stai facendo crescere il suo valore.

Paolo dice:

“Sono così contento che Stefana, Fortunato e Acaico siano venuti qui a trovarmi: hanno riempito il vuoto che sentivo per la vostra assenza. Essi mi sono stati di grande incoraggiamento e di aiuto spirituale, come lo sono stati per voi. Sappiate, quindi, apprezzare le persone di questo stampo.” (1 Corinzi 16:18 PV)

Come faccio ad “aumentare il valore” di una persona? Ci sono due modi: uno riguarda il valore della persona per gli altri (quello che gli altri pensano di lui) e uno riguarda il valore che quella persona pensa di avere per gli altri (quello che lui pensa che gli altri pensino di lui).

1. Di fronte agli altri

Un proverbio di Salomone dice:

“Il vento del nord porta la pioggia,e la lingua che sparla di nascosto, fa oscurare il viso.” (Proverbi 25:23)

Gran parte dei proverbi ci mettono in guardia dai nostri atteggiamenti “negativi” (come in questo caso). Proviamo allora a fare una “parafrasi”,  ovvero a dire lo stesso concetto con parole differenti, e stavolta mettiamo il proverbio al “positivo”

“Il vento dell'est porta il sereno e la lingua che loda di nascosto fa illuminare il viso”

Se tu lodi in segreto qualcuno di fronte ad altri,  quando lui non vede e non sa, tu stai incrementando il valore di quella persona, stai facendo crescere la stima che gli altri hanno di lui o di lei.

2. Di fronte a lui/lei

“Perciò, incoraggiatevi ed edificatevi a vicenda, come state già facendo.” (1 Tessalonicesi 5:11 PV)

C'è una sola maniera... DIGLIELO!  Con quali parole? Con un GRAZIE! Da quanto tempo non ringrazi coloro che stanno lavorando nei vari ministeri di questa chiesa? Da quanto non stai ringraziando il tuo sposo o la tua sposa per quello che sta facendo per te?

Conclusione

La società in cui viviamo afferma che io valgo di più se tu vali di meno. Dio afferma che io valgo di più quando aiuto te a valere di più.

C'è una bella storia nel vangelo di Marco (Marco 10:32-44) dove due apostoli, fratelli tra loro, Giacomo e Giovanni, chiedono a Gesù di sedere uno a destra e l'atro a sinistra del suo trono in Cielo. Gesù non li tratta male, ma gli dice semplicemente “voi non sapete quello che state chiedendo”. Gli altri apostoli, quando sanno di questa richiesta si arrabbiano molto con Giacomo e con Giovanni. Gesù, con immenso amore, li mette tutti assieme, li fa sedere attorno a lui, e gli dice queste parole:



"Fra di voi deve essere diverso. Anzi, chi vuole essere grande fra voi, deve essere il servo degli altri.  E se uno vuole essere il primo, deve servire come uno schiavo, perché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto per molti!" (Marco 10:42b-44)

“Servire per servire”. Se vuoi essere utile nella tua vita, se vuoi che la tua vita serva a uno scopo, allora devi servire l'altro, anche affermando che l'atro, che l'altra vale, e che vale più di te.

Preghiamo.

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