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21 gennaio 2018

Cosa fa crescere la gioia (e cosa la uccide) 1° parte | 21 Gennaio 2018 |

Come posso far crescere la mia gioia così che il mondo la veda? E come posso provare gioia anche nei momenti bui della mia vita?
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Vorrei leggervi una mail che ho ricevuto da un credente che segue il podcast:

“Caro pastore Marco, ti ringrazio per avermi spiegato perché devo avere gioia, e anche gli strumenti per avere gioia. Ma sai una cosa?  Io ho già provato tutto quello che mi hai detto, ma non funziona! Come credente  vorrei  costruire la mia gioia,  ma ogni giorno c'è qualcosa che sembra fare del tutto per distruggerla! Inizio bene, leggo la Bibbia, prego,  ringrazio e cerco di vedere il mondo con gli occhi di Gesù... ma alla fine della giornata mi sento vuoto, e depresso, e non c'è gioia in me.” E quello che c'è di peggio è che ogni inizio di anno penso ' quest'anno andrà meglio' e verso la metà dell'anno mi trovo a temere invece  che non sarà meglio di quello passato. Come posso rompere questo circolo vizioso  che percorro da troppo tempo?"

L'inizio dell'anno  portare due tipi di sentimenti contrastanti: da una parte la gioia di iniziare qualcosa di nuovo, di ricominciare, talvolta la sensazione o la certezza che quest'anno sarà meglio. Dall'altra la fatica di un altro anno da affrontare, la paura per quello che dovremo fronteggiare, la paura o la certezza che non sarà meglio di quello passato.

Ci sono statistiche che indicano come l'inizio dell'anno porti a una sorta di epidemie di depressione.

La gioia è qualcosa da cui non possiamo prescindere. Non si può vivere senza gioia; chi decide ti togliersi la vita  lo fa spesso perché non ha gioia.

La persona che ha scritto la nota è un credente, che mi dice in fondo;  “Ok, io so perché devo avere gioia, e so che ho degli strumenti... Ma è come avere un mobile dell'Ikea senza il foglietto con le istruzioni: so come deve venire alla fine, ho il cacciavite, le tavole e le viti... ma non so come vanno assieme.”

E così, anche se abbiamo tutto,  non riusciamo a costruire la nostra vita sulla gioia. Ora, la risposta standard che riceviamo dai credenti quando diciamo che vorremmo trovare la gioia è la seguente: “Trova la gioia nel Signore”! Che in pratica equivale a dire, “Lo so, la vita fa schifo... ma tanto c'è Gesù!”

Ho avuto la tentazione di intitolare questo messaggio “Come divertirsi e seguire Gesù”.

Perché è questo il concetto! Non devo avere una vita che fa schifo e avere gioia solo in Gesù, ma devo vivere una vita dove Gesù, la vita e la gioia facciano parte dello stesso menù, dove non sia costretto a tornare a casa per rifarmi la bocca con Gesù dopo aver mangiato una schifezza alla mensa della vita!

Il problema è che spesso il posto meno “gioioso” che conosciamo è proprio la “chiesa” e qui non intendo la sala, ma la comunità di credenti che la compongono.

Non è una cosa nuova,  se è vero che già nel 1950 di Martyn Lloyd Jones, un pastore gallese,
scriveva questo:

"Stavo predicando una serie di messaggi su Romani. Ero a Romani 14:17. Avevo avuto a che fare con i concetti di  "giustizia", ​poi di pace"pace" ..., e lì ho dovuto fermarmi. Non ho potuto parlare della  "la gioia nello Spirito Santo". Ho la sensazione che questo non sia stato casuale. Dio è intervenuto e posso anche dirvi che c'era una ragione. Ero stato in grado di affrontare la giustizia e la pace (di cui avevo avuto brevi esperienze), ma la terza cosa è la più profonda di tutte. Perché non mi è stato permesso di occuparmene? Perché sapevo qualcosa della gioia, ma non abbastanza. «Voglio che tu parli con maggiore autorità su questo», mi disse Dio. . . Vi racconto come.

Per sei mesi, fino a settembre, non ho predicato affatto. Per quattro mesi ho avuto la più preziosa esperienza  di essere un ascoltatore. La mia impressione generale è che la maggior parte dei nostri servizi è terribilmente deprimente! Sono stupito che le persone vadano ancora in chiesa; la maggior parte di quelli che vanno sono donne e hanno più di quarant'anni. La nota mancante è "gioia nello Spirito Santo". Non c'è nulla in questi servizi per far sentire a un estraneo che si perda qualcosa se non viene in chiesa.”

Ho riflettuto: in che modo come credente dimostro agli altri che nella mia vita c'è gioia nel Signore?

Ho pensato: ”Sono stato allo stadio a Londra con mio cognato, mio nipote e mio figlio, ho visto una squadra per cui non faccio il tifo, mi sono esaltato, ho gioito ad ogni gol,  sono saltato sui seggiolini... Cosa faccio nella mia vita? La mia è una gioia che si può vedere come si vedeva allo stadio  per una partita di calcio di cui non mi importava nulla? Mio cognato ha visto la mia gioia per i gol della sua squadra, ma ha visto la mia gioia di essere credente? E se non la vede, perché non  la vede?”

Pietro dice ai credenti:

“Godete di una gioia gloriosa, troppo grande da esprimere a parole” (1 Pietro 1:8b PV)

E' questa la realtà della mia vita, oppure devo aspettare un gol, un concerto, un programma TV per provarla?

La chiesa (non la sala, ma la famiglia che la popola) dovrebbe essere il posto più felice sulla terra.

E' sempre così? Purtroppo no. Spesso non siamo capaci di trasmettere quella gioia agli altri.

Tutto dipende da due fattori: come ci vediamo come credenti e come ci comportiamo come credenti.

1. Come ci vediamo

C'è spesso l'abitudine a pensare che se siamo credenti, allora è ovvio che soffriremo  (teologia della povertà), che saremo MENO felici degli altri  (es. persecuzione cristiani, limitazioni morali, ecc). Sapete perché? Perché non comprendiamo la differenza  tra felicità e gioia.

La felicità è legata al cosa mi accade, (cose belle, cose brutte)  la gioia è legata al cosa è accaduto (sono stato salvato da Gesù).

La felicità è legata al come sono (sano, malato, libero, in carcere) la gioia è legata al chi sono (sono un figlio/figlia di Dio).

La felicità è legata a quello che ho (sono ricco, sono povero) la gioia è legata a quello che avrò (una eredità in cielo).

E' per questo che, come credente posso soffrire e essere nella gioia allo stesso tempo.

Come giocatore di rugby posso dirvi che provavo gioia nel giocare (e nel vincere) anche se questo comportava andare a sbattere contro avversari tre volte il mio peso... Non ero felice di essere placcato e sbattuto a terra (faceva male) ma questo non mi impediva di provare gioia.

Paolo scrive la sua più bella lettera sulla gioia (Filippesi) in uno dei vari momenti di “non felicità” mentre era incatenato ad un soldato aspettando di morire eppure aveva gioia.

La Bibbia non solo ci dà permesso di essere pieni di gioia,   ma più di questo, ci comanda di essere pieni di gioia. Paolo scrive in Filippesi:

"Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.” (Filippesi 4:4)

Non nasconderti dietro il carattere: Non dire “Eh, che voi, io sono così! Sono pessimista di natura”. Gesù è venuto per cambiarti, per farti un uomo o una donna  nuova. Non solo salvo/salva, ma anche santo/santa  (separato, distinto, diverso).

Come faccio ad avere gioia nella sofferenza, allora? Esiste un “foglietto di istruzioni”?

Il tuo foglietto di istruzioni

Allora, hai ricevuto il tuo mobile Ikea  hai le tavole e le viti,  (la tua vita nuova) hai la chiave e il cacciavite  (i tuoi strumenti: la Bibbia, la preghiera, la memorizzazione), sai che forma dovrà avere  (somigliare sempre più a Cristo), ma ti manca qualche istruzione per COME fare per avere gioia.

Paolo nella lettera ai Filippesi ci fornisce il foglietto di istruzioni contenente dieci passi per costruire bene il mobile e avere gioia.

Ma fai attenzione! Perché i dieci passi che,  se fatti, ti aiutano a costruire il mobile della gioia se non fatti lo distruggono.

Oggi vedremo i primi cinque

1. La gioia è nel lavorare assieme - La solitudine uccide la gioia

”Quando prego per voi, il mio cuore si riempie sempre di gioia per tutto l'aiuto che mi avete dato nel diffondere il Vangelo dal giorno in cui l'avete conosciuto fino ad ora.” (Filippesi 1:4-5)

La gioia si costruisce lavorando assieme, su una  missione e uno scopo condivisi.

Cosa significa questo?  Significa lavorare assieme ai tuoi fratelli e alle tue sorelle, prima nella chiesa locale, e poi nella chiesa universale.

Paolo avrebbe avuto tutto il diritto di vantarsi di ciò che aveva fatto... e invece loda i Filippesi per l'impegno costante. Più avanti dirà loro così:

“Non fate niente per motivi egoistici, non fate niente per esaltare voi stessi. Siate invece umili, considerando gli altri con riguardo, come se fossero migliori di voi.” (Filippesi 2:3 PV)

La vera gioia è quando la squadra ha successo, non il singolo.

Ma attenzione,  se lavori da solo, se credi di poter fare a meno di una chiesa locale, se affermi (come molti fanno)  che non ti serve una chiesa per adorare e servire Gesù, allora stai distruggendo la tua gioia.

Prima istruzione del tuo foglietto:

  • frequenta una sola chiesa locale, e impegnati a lavorare nei suoi ministeri, NON SOLO A FREQUENTARE!

2. La gioia è annunciare il Vangelo -  Il peccato uccide la gioia

“Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora.” (Filippesi 1:18)

Cosa significa annunciare il Vangelo? Significa annunciare che i peccati sono perdonati per coloro che credono in Cristo. La vera gioia è annunciare tutto questo al mondo. Se capiamo e apprezziamo pienamente ciò che Dio ha fatto per noi, saremo nella gioia!

Ma, attenzione, il peccato  è un guastafeste, e uccide la gioia.

Davide, dopo aver peccato con Bat-Sheeba, scrive nel Salmo 51 queste parole:

“Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga” (Salmo 51:12).

Se pecchi costantemente, se fai finta che il tuo è un peccato piccolo, se ti giustifichi dicendo che tutti lo fanno, sta uccidendo la tua gioia.

Seconda istruzione sul tuo foglietto:

  • impegnati ad evitare il peccato per quanto possibile

(siamo peccatori perdonati... ma peccatori!).

3. La gioia è nella speranza - La disperazione uccide la gioia

“So infatti che come risultato io sarò liberato, perché voi pregate per me e lo Spirito di Gesù Cristo mi aiuta.” (Filippesi 1:19a)

Paolo fu liberato (probabilmente era prigioniero a Efeso o a Cesarea) ma la sua speranza era legata a un compito specifico  a cui Paolo si sentiva chiamato da Dio: giungere fino a Nerone per testimoniare dinanzi a lui di Cristo  (ricordate, Dio vuole che TUTTI ascoltino almeno una volta il Vangelo, anche Nerone, anche Hitler, anche Kim Jong Hun).

La gioia risiede in due realtà per Paolo: nella certezza che lo Spirito Santo è al suo fianco,  e nella certezza di avere altri credenti che pregano per te.

Ma, attento, perché se non c'è la speranza (che per il credente è la certezza)  che lo Spirito Santo aiuta chi crede, e che le preghiere di altri sono efficaci allora c'è delusione, insicurezza, paura, e questo  uccide la gioia.

Terza istruzione sul tuo foglietto:

  • affida i tuoi problemi a Dio e chiedi ad altri credenti di pregare per te.

E, anche qui, è ovvio che devi avere una chiesa per farlo.

4. La gioia è nella fede - L'immaturità uccide la gioia

“Perciò sono certo che resterò sulla terra ancora per aiutarvi a progredire e perché abbiate gioia nella vostra fede.” (Filippesi 1:25 PV)

Paolo  sapeva che i Filippesi  dovevano crescere nella loro conoscenza perché la fede portasse loro gioia.

Sapeva che, se fossero rimasti immaturi, non avrebbero sperimentato la gioia.

Paolo lega la crescita alla gioia: più conosci di Gesù, più la tua fede diventa forte,più gioia avrai.

Ma, attenzione, se ti fermi a quando hai creduto, se non ti interessa conoscere di più di Gesù, se ritieni che un'oretta qua dentro basti a farti crescere, la tua fede rimarrà quella di un bambino, e anche questo ucciderà la tua gioia.

Quarta istruzione sul tuo foglietto:

  • studia la Parola di Dio  e ascolta  gli insegnamenti dei tuoi leader.

5. La gioia è nell'unità – La divisione uccide la gioia

“Rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. (Filippesi 2:2)

La gioia per Paolo nasce e cresce  attraverso l'unità dei credenti.

Paolo vuole dunque che tutti la pensino allo stesso modo? Certamente no! Cosa intende allora? Lo spiega più sotto:

“Affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,  e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2:10-11)

Paolo sta dicendo: “Qualsiasi siano le vostre opinioni, ricordatevi che il progettioè quello di far conoscere Gesù a più persone possibili.”

Se vogliamo essere efficaci, allora dobbiamo abituarci a lavorare assieme, a mettere da parte qualche volta le nostre idee  e accettare quelle degli altri... come?

“Cercando ciascuno non il proprio interesse, ma {anche} quello degli altri. “ (Filippesi 2:4)

Ma, attenzione, se  invece di coltivare l'unità, se invece di far spazio a vicenda alle idee dell'altro, ci comportiamo con intransigenza, la vogliamo sempre vinta noi, e non arretriamo di un millimetro, anche in quel modo stiamo uccidendo la gioia.

Quinta istruzione sul nostro foglietto:

  • abituati a discutere ascoltando l'altro, piuttosto che ascoltare te stesso.

Conclusione

Eravamo partiti dalle lettera del credente che non trovava gioia. Quale soluzione allora gli possiamo dare?

La soluzione non è solo nell'avere gli strumenti e i materiali per costruire il mobile della nostra gioia,  ma soprattutto nel seguire le istruzioni.

Nella tua vita avrai momenti felici e momenti infelici, ma la tua gioia non dipende da come sei ma da chi sei in Cristo e da quello che fai per far crescere la tua gioia in Cristo.

Preghiamo.
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