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08 aprile 2018

Essere pronti per essere benedetti | 8 Aprile 2018 |

Come preghi al tuo Signore? Quale è il tuo modello di preghiera?  Può egli sentire da essa che tu lo cerchi, lo ami, lo servi?
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Essere pronti per essere benedetti.
Oggi vorrei parlarvi della preghiera. Quando preghi,  cosa preghi?

Quali sono i temi delle tue preghiere? Preghi per te, o preghi per gli altri?

Vorrei vedere assieme una tabella che ci mostra i maggiori motivi di preghiera in America (ho cercato una relativa all'Italia... ma non la ho trovata!).

Fonte LifeWay 2017

Non esiste una maniera “giusta” di pregare: mia nonna aveva il “libro delle preghiere”, noi preghiamo “a braccio”,  quello che ci viene in mente.

Usi mai le preghiere che ci sono nella Bibbia? La Parola è infatti ricca di preghiere; tutti i Salmi lo sono. Poi ci sono preghiere in Deuteronomio,  Esdra, Neemia, Isaia, e poi in Atti, 1 Tessalonicesi, Efesini, il Padre Nostro in Matteo...

Molte di queste saresti capace di citarle a memoria... ma cosa accadrebbe se ti chiedessi  di recitarmi la preghiera di Iabes?

E' una preghiera piccolissima, di appena 24 parole detta da una persona che viene citata una sola volta nell'intera Bibbia.

E' una preghiera “strana” interpretata nelle più varie maniere. Si trova in 1° Cronache, al capitolo 4:9-10:

“Iabes fu più onorato dei suoi fratelli; sua madre lo aveva chiamato Iabes, perché diceva: "L'ho partorito con dolore".  Iabes invocò il Dio d'Israele, dicendo: "Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano con me e preservami dal male in modo che io non debba soffrire!" E Dio gli concesse quanto aveva chiesto.” ( 1° Cronache 4:9-10)

Una delle caratteristiche di molti credenti è quella di fare preghiere per tutti, ma non per se stessi (se non in casi “estremi”)!

Preghiamo per la moglie, i figli, i parenti, gli amici, la pace nel mondo... ma per noi...  ci sembra un po' troppo... egoistico!

Iabes invece prega “dammi tutto, non mi far soffrire... amen!”e, incredibilmente, (secondo la nostra logica incredibilmente)Dio che fa? Gli dà tutto,e dice espressamente nella Bibbia che lo onora PIU' dei suoi fratelli!

Perché mai Dio  avrebbe dovuto distinguere quest'uomo?  Cos'ha fatto di così speciale  da meritare di essere ricordato  e con una menzione d'onore?  Sembra quasi che il Signore
abbia dei “raccomandati” da favorire!

Che cosa è che fa si che Dio veda di buon occhio ed esaudisca la preghiera di Iabes piuttosto che quella dei suoi fratelli?

Ci sono almeno cinque buoni motivi  per cui Dio ha risposto alla preghiera di Iabes,  e noi possiamo  trarre dei validi principi per le nostre vite.

Due riguardano il COME Iabes a chiesto e tre il COSA Iabes ha chiesto. Questa settimana vedremo il COME.

1. Iabes CERCA il Signore

“Iabes invocò il Dio d'Israele” 

Non sappiamo cosa fecero i fratelli ma sappiamo certamente che Iabes  cercava DELIBERATAMENTE un rapporto col Signore. Il verbo che è tradotto con “invocare” significa “avvicinarsi gridando”.

Iabes ricerca l'attenzione di Dio, un po' come i nostri figli  facevano all'uscita delle elementari, quando saltavano, alzavano le braccia e urlavano, “Papà, sono qua!”

Gesù ha detto:

“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.” (Matteo 7:7-8)

Sai una cosa? Quando andavo a prendere i miei figli alla scuola non mi sarebbero servite  quelle mani alzate, quei salti, e quelle grida per convincermi a prenderli e a portarmeli a casa!

Li amavo, li amo, sono miei figli, è ovvio che li voglia vicino, li voglia proteggere, voglia dare loro il meglio....Ma mi facevano tanto piacere  le mani alzate, i salti e le grida... perché mi facevano capire che loro ci tenevano a me! Che non avrebbero scelto  un altro padre a caso, che loro volevano starmi vicino  per il resto della giornata!

Lo fai tu? Alzi le mani al tuo Padre Celeste? Salti di gioia quando lo vedi? Gridi a lui? Dovresti! Il suo amore per te come padre è fuori discussione... ma è un padre con un cuore, e gioisce quando sa  di essere amato, speciale, unico!

2. Iabes SI INGINOCCHIA dinanzi al Signore

"Benedicimi, ti prego”

Il verbo è “barak” (adesso sapete che Barak Obama è “Benedetto Obama!) ed è un verbo di movimento, sta a significare  “inginocchiarsi di fronte a qualcuno”.

Iabes non solo ricerca Dio, ma si dispone in maniera  di ricevere la sua approvazione in una posizione di potenziale vulnerabilità.

Inginocchiarsi era in antichità un gesto di coraggio degli schiavi davanti al proprio padrone; essere in ginocchio significa  non avere possibilità di fuggire, ed offrire il collo.

Se uno schiavo lo faceva volontariamente, significava  “Io ho fatto il mio dovere, non temo di essere punito”.

Come ti accosti al Signore? Sei “inginocchiato”  in attesa di essere approvato? Non sto parlando esclusivamente  della posizione “fisica” (quella può aiutare), ma della tua posizione “spirituale”? Puoi affermare di non temere nulla perché hai fatto il tuo dovere?

Nessuno di noi avrebbe mai potuto farlo, eravamo e siamo colpevoli, ma il sangue di Gesù ha coperto la nostra colpa. Tutto ciò che devi fare è seguirlo, obbedire ai suo comandamenti.

Quando chiedi a Dio di benedirti, puoi essere sicuro  che non ti serve scappare? Puoi offrire il collo,
perché il tuo dovere di credente  lo stai facendo?

Dio vuole benedirti, ma sei tu, sono io nelle condizioni di ricevere la sua benedizione? Giacomo dice:

“Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi.  Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo!” (Giacomo 4:8)

Giacomo dice una cosa importante: se voglio avvicinarmi a Dio non devo fare lo sforzo tutto da solo, perché Dio colmerà la distanza che mi manca per raggiungerlo.

L'ha fatto con Gesù, una volta e per sempre, e continua a farlo ogni qualvolta un suo figlio o una sua figlia vogliono avvicinarsi a lui, chiedere le sue benedizioni, avere la sua approvazione.

Ma dice anche che devo mettermi nelle condizioni giuste: lavare via il peccato, purificare il cuore, avendo un solo animo, non due: uno per le cose del mondo, e uno per Dio.

La prossima settimana parleremo di COSA ha chiesto Iabes, e vedremo che ha “mirato in alto”, e che è stato anche esaudito.

Ma tutto è partito dal gridare al Signore, dal fare salti, agitare le mani, per dire “Ehi, Padre, sono qua!”

Ma anche dall'inginocchiarsi  sicuro di essere a posto,  di essere obbediente, di essere lavato.

Ma anche da un cuore che non era diviso tra le cose del mondo e le cose di Dio, perché vedremo che Iabes  ha chiesto si la prosperità del mondo, ma per la gloria di Dio, non per la propria.

Preghiamo.
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